Stile da Cani

Obesità dell’animale: un approccio comportamentale

Quando parliamo di obesità dobbiamo prendere in considerazione da un lato il concetto di benessere animale e dall’altro l’approccio comportamentale del proprietario.

Molti proprietari non sono affatto informati sul comportamento alimentare e sul valore sociale del cibo per il proprio cane e tendono a credere che per benessere si intende semplicemente fornire a sufficienza cibo, acqua e garantirgli un giaciglio comodo, proteggerlo dalle intemperie e accudirlo come meglio si può. L’uso del cibo per l’apprendimento e l’educazione, in più, può andare a creare numerosi altri malintesi che possono essere problematici in termini di gestione del peso. Difatti, l’offerta di cibo come “regalo” per migliorare il rapporto o guadagnarsi affetto è piuttosto comune, ma queste aggiunte apparentemente insignificanti sono causa di insuccesso dei programmi di mantenimento del peso.

Certamente, negli ultimi quarant’anni, è aumentata l’attenzione dei proprietari all’alimentazione e alla salute, come conseguenza del riconoscimento che il cibo possa essere associato ad alcuni processi patologici quali malattie a livello delle arterie coronarie, ipertensione, diabete mellito, cancro ed, appunto, obesità.

  • Cos’è l’obesità?

Per definizione l’obesità dell’animale è l’accumulo eccessivo di grasso nelle aree corporee destinate al tessuto adiposo. Nella pratica clinica viene principalmente valutata semplicemente osservando l’area percostale e la silouette.

Possiamo considerare un soggetto:

  • Sottopeso: coste chiaramente visibili e palpabili;
  • Sovrappeso: coste difficilmente visibili e palpabili;
  • Normopeso: coste non visibili ma palpabili sotto la pelle in assenza di uno spesso strato di grasso.

 

Ciotola

La causa dell’accumulo di grasso in eccesso è sicuramente derivante da uno squilibrio tra energia assunta ed energia consumata dall’animale che può derivare da disturbi nel controllo dell’assunzione di cibo o dei segnali di sazietà, fattori sociali, competizione tra cani, bocconcini molto energetici forniti dal proprietario, fattori genetici, fattori che influenzano il consumo energetico come età avanzata, riduzione dell’attività fisica, composizione della dieta, riduzione dei livelli di testosterone nel maschio dopo la castrazione e di estrogeni nella femmina.

Studi recenti hanno messo in luce che l’obesità influenza negativamente la qualità di vita dell’animale fungendo da substrato per numerose patologie. Con l’aumento della massa grassa, infatti, aumenta il rischio di patologie come il diabete mellito, osteoartrite, condizioni respiratorie, condizioni cardiovascolari, maggiore rischio di infezioni, complicazione della guarigione delle ferite, maggiori rischi di complicazioni con l’anestesia generale, patologie renali, neoplasie, calcoli alla vescica, e sicuramente riduzione dell’aspettativa di vita.

Un altro grave errore del proprietario è offrire un’ampia varietà di fonti alimentari durante il periodo dello sviluppo, il che può aumentare la sensibilità gustativa e favorire, perciò, l’insorgere di preferenze alimentari ed indurre involontariamente un comportamento “schizzinoso”.

 

Segnali coerenti durante il processo di alimentazione:

  • Il proprietario deve fissare la quantità di cibo da somministrare giornalmente.
  • La ciotola deve essere lasciata a disposizione per un tempo definito (pochi minuti).
  • Il cane deve essere lasciato solo mentre mangia.
  • Se il cane non ha finito di mangiare nel tempo assegnato, rimuovere la ciotola solo dopo averlo chiamato in un’altra stanza.
  • Non incoraggiare l’animale a mangiare fornendogli cibo tenendolo in mano (salvo in casi particolari come l’alimentazione del cane malato, considerando, però, di tornare al più presto ad un’alimentazione naturale).

Durante l’età adulta, uno dei principali fattori che favoriscono l’obesità canina è l’uso del cibo in modo inappropriato per controllare le risposte comportamentali ed emotive.

L’uso del cibo come rinforzo positivo per i comportamenti appropriati va incoraggiato ma bisogna fare attenzione a comunissimi errori commessi dal proprietario per affrontare casi in cui il cane assume comportamenti asociali o reazioni per attirare l’attenzione. Per esempio, spesso capita che il cane abbaia perché qualcuno ha bussato alla porta di casa ed il proprietario, per tranquillizzarlo, gli fornisce una ricompensa alimentare: questo non fa altro che rafforzare il comportamento.

L’uso del cibo come mezzo per modificare i comportamenti non appropriati, può involontariamente condurre a obesità o sovralimentazione. Il cibo può costituire uno strumento utile per rinforzare i comportamenti appropriati ma il proprietario deve evitare di usarlo come agevolatore sociale.

Un programma efficace di prevenzione dell’obesità dell’animale deve tener conto del rapporto fra apporto energetico e dispendio energetico del cane. Oltre all’esercizio fisico in forma di passeggiate lontano da casa, è anche importante l’esercizio mentale. I proprietari di cani sterilizzati devono rendersi conto che il consumo energetico è modificato a causa della rimozione degli organi riproduttivi e perciò devono regolare l’apporto alimentare di conseguenza. Nei cani anziani, il controllo del peso, e quindi la prevenzione dell’obesità, è una priorità importante. L’eccesso di peso, infatti, sollecita l’attività cardiaca, può complicare condizioni ortopediche ed essere causa predisponente per altre patologie.

Il trattamento dell’obesità

Il trattamento dell’obesità dell’animale è abbastanza complesso e occorre considerare una quantità di fattori differenti:

  • Ricerca della causa potenziale dell’obesità e trattamento della stessa;
  • Rapporto uomo-cane e istituzione di un trattamento comportamentale: preferire l’uso di giochi, passeggiate e attenzione come premi e agevolatori dell’interazione proprietario cane, evitare la somministrazione di ricompense di cibo in assenza di uno specifico comportamento;
  • Somministrazione di una dieta appropriata: è importante rendersi conto della quantità di cibo che giornalmente viene fornita al proprio cane.
  • Regolazione del dispendio energetico: è molto comune per i cani “chiedere” cibo ed è molto difficile per i proprietari resistere a queste richieste. Un modo per rendersi conto della quantità di cibo extra fornito all’animale può essere, ogni volta che il cane riceve qualcosa da mangiare, mettere una quantità equivalente di cibo in un contenitore separato ed esaminarlo alla fine della giornata.
  • Sintomi di polifagia: assenza del senso di sazietà nei casi di depressione, come sintomo di problemi di comunicazione tra cane e proprietario, alterazioni dell’appetito in caso di ansia.

 

Impostazione di obiettivi realistici:

in primo luogo è fondamentale scegliere una dieta ipocalorica, tale da stimolare il senso di sazietà e ben bilanciata in termini di nutrienti essenziali. È preferibile cercare di ridurre il peso in modo costante e lento per evitare le recidive. Un modo per aumentare il senso di sazietà è porre attenzione alla composizione del cibo, alla frequenza dei pasti e al modo in cui si fornisce l’alimento. Cibi ricchi di fibra sono da preferire in quanto generano un senso di sazietà causando dilatazione gastrica.

Importante obiettivo è quello di perdere grassi preservando la massa muscolare. In tal senso, studi recenti, hanno dimostrato che diete iperproteiche producono una migliore conservazione del tessuto muscolare e quindi della massa magra. Fornendo un pasto ricco in fibra e proteina, quindi, si evita il rimbalzo ipoglicemico responsabile della sensazione di fame.

Per facilitare il processo della perdita di peso, è consigliabile, dividere la razione in tre o quattro pasti.

Aumentando il livello di attività fisica è possibile stimolare il metabolismo. Si raccomandano venti minuti di esercizio fisico al giorno, necessari per minimizzare la perdita della massa magra. Bisogna fare attenzione ai soggetti fortemente in sovrappeso poiché troppa attività fisica può avere conseguenze cliniche negative aumentando, per esempio, il rischio di rottura dei legamenti crociati. Occorre, quindi, insieme al veterinario stabilire non solo il regime alimentare corretto per ogni singolo cane ma anche l’intensità e la lunghezza del periodo di attività fisica incrementandolo lentamente.

Il tasso abituale per la perdita di peso è 0,5-2% alla settimana. La durata del periodo di dieta va calcolato, quindi, in base a quanto l’animale deve perdere. In questo periodo sarebbe ideale farsi seguire e far valutare periodicamente il cane dal proprio veterinario: questo è utile sia ai fini dell’obiettivo ma anche per motivare il proprietario stesso ponendolo davanti agli obiettivi raggiunti.

Una volta raggiunto il peso stabilito bisogna fare attenzione alle recidive e quindi bisogna necessariamente evitare tutte quelle vecchie e cattive abitudini (di cui ne parleremo nel prossimo articolo) che hanno portato allo stato di obesità.

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